Insorgono nel ponte e nel tronco cerebrale, strutture che si trovano alla base dell’encefalo e che sono responsabili del controllo di funzioni vitali come ritmo cardiaco e respirazione. Nel tronco cerebrale si trovano inoltre i nuclei dei nervi cranici, che governano alcune delle funzioni sensoriali, il controllo dei muscoli del volto e la deglutizione. I DIPG sono ad oggi malattie incurabili: il 90% dei pazienti con DIPG muoiono entro 2 anni dalla diagnosi.
I DIPG non hanno indicazione neurochirurgica a scopo curativo, poiché l’asportazione completa della neoplasia è impossibile, a causa della sua localizzazione e della sua natura infiltrativa all’interno del ponte. Fino ad oggi, il trattamento dei DIPG si è basato sulla radioterapia locale, associata a un mantenimento con chemioterapia a basse dosi, che determinano un allungamento della sopravvivenza solo di alcuni mesi. L’utilizzo di chemioterapia intensiva non si è dimostrato efficace nel migliorare la prognosi. Negli ultimi anni tutti gli sforzi degli oncologi pediatri si sono quindi concentrati nel cercare di garantire ai pazienti con DIPG una qualità di vita accettabile, occupandosi in particolar modo in questi pazienti della terapia palliativa e di supporto. Tuttavia, recenti studi di oncogenomica stanno aiutando a chiarire alcuni dei meccanismi coinvolti nello sviluppo di questa patologia. Le alterazioni genetiche rilevate più frequentemente includono una mutazione di K27M in H3.3 o H3.1 (riscontrata fino al 78% dei DIPG). Mutazioni a carico di p53 si trovano invece nel 77% dei tumori.
Altri studi recenti hanno evidenziato amplificazioni di componenti molecolari della via di segnalazione intracellulare receptor tyrosine kinase/Ras/phosphatidylinositol 3-kinase, ed in particolare del PDGFR-A (platelet-derived growth factor receptor A).10 Sono stati sviluppati modelli preclinici per lo studio di tali alterazioni, nella speranza di poter presto traslare i risultati in trattamenti farmacologici efficaci nei pazienti con DIPG. In ambito clinico diversi gruppi di studio stanno cercando di utilizzare farmaci innovativi nel trattamento di questo tipo di tumori. La terapia standard per i pazienti con DIPG consiste in radioterapia associata a temozolomide per os.
Il nostro Centro ha aderito ad un protocollo di fase II che prevede, in associazione alla radioterapia, l’utilizzo congiunto di farmaci di recente sviluppo (erlotinib, everolimus e dasatinib) al fine di compararne l’efficacia relativa tra loro e rispetto all’approccio tradizionale. La scelta del braccio di trattamento non è casuale (come in altri studi “randomizzati”) bensì guidata dalla genetica delle cellule tumorali del singolo paziente.